PROGETTO NYUMBA YETU TANZANIA

Il progetto Nyumba Yetu, "Casa nostra", nella missione di Isimani, gemellata con Agrigento è frutto di una convenzione dell'AMI con la Diocesi di Agrigento e di Iringa. Insieme ad Angela, già stata a Nyololo, è andata Sheela Antony, assistente sociale. Il progetto ha avuto inizio nel marzo 2006, si è concluso nel marzo 2012. Alle due missionarie della Fraternità femminile si è unita la maestra Luciana Gozzo, membro ausiliare AMI.

Il Progetto prevedeva la costruzione e la gestione di un centro residenziale con dieci case famiglia (Nyumba Yetu). Il centro accoglie bambini orfani di entrambi i genitori deceduti per AIDS, sieropositivi o sani, che non hanno nessuna possibilità di essere accolti da parenti, in case famiglia di 10 bambini per un massimo di 100. Attualmente le case sono 4. Ogni casa famiglia è gestita da una coppia del posto, affiancata da una terza figura, la zia. Madre e zia si dedicano ai bambini e alla gestione della casa, mentre il "padre" può lavorare ai vari servizi necessari al mantenimento del centro. I bambini sono inseriti nell’asilo o nella scuola pubblica e frequentano la parrocchia come tutti gli altri

I servizi centralizzati attualmente sono: il centro di accoglienza, una cucina e una lavanderia,e degli ampi spazi all’aperto per i giochi dei bambini. Un presidio sanitario, con funzioni di day hospital e di degenza, serve sia il centro case-famiglia, sia pazienti esterni.

LA PREVENZIONE E CURA DELL’AIDS NELL’AREA DELLA MISSIONE

Gli ospiti di Nyumaba Yetu sono controllati e curati a cura del personale sanitario del centro. I bambini sieropositivi che hanno un genitore o che possono essere affidati ad un parente o ad una famiglia disponibile sono seguiti dal centro e inseriti nel programma "terapia dei bambini nel loro villaggio". Visite periodiche e attività preventive sono effettuate nei villaggi sia dal medico sia dall’assistente sociale.

PROMOZIONE UMANA

Il Progetto prevede inoltre la promozione dell’indipendenza economica delle famiglie di malati che vivono nei villaggi della missione (sviluppo di piccole attività produttive, formazione di gruppi di risparmio). In situazioni di emergenza sono previsti aiuto alimentare ed altre forme di soccorso.

ASSAM

GLI INIZI

A Manikbond abbiamo toccato con mano come la missione è iniziativa dello Spirito Santo. Daisy, al tempo coordinatrice dell’A.I.F.O. (associazione Amici di Raoul Follereau di Bologna), si è recata in Assam per visitare un progetto aiutato dall’Associazione. Di domenica ha chiesto una chiesa cattolica. Non ha trovato la Messa che cercava, ma ha trovato Dorte Chorei, il vero iniziatore del progetto, che le ha mostrato la realtà e i bisogni della zona. Daisy si è fatta così tramite per un aiuto dell’A.I.F.O., soprattutto nel campo dell’istruzione.

Reemy, dopo lunghi anni donati alla guida dell’AMI a Kochi, ha scelto Manikbond per il suo anno sabbatico e si è affiancata al lavoro sociale di Dorte con l’impostazione di un progetto sanitario, volto soprattutto alla prevenzione e alla formazione sistematica di personale sanitario di base. Alla fine dell’anno il parroco, visti i risultati del suo servizio, ha chiesto all’AMI di lasciare lì Reemy e possibilmente dare inizio ad un gruppo stabile. È nata così l’AMI in Assam, nella diocesi di Aizawl.

La gente qui vive in piccoli villaggi sparsi. Molte strade, soprattutto durante le piogge, sono impraticabili. Il lavoro medico è iniziato nel 2002 in una capanna di bamboo. A quell'epoca molti bambini e anche adulti morivano per diarrea, una delle cause principali di morte. La prima cosa che abbiamo fatto è stato preparare gli operatori sanitari per ogni villaggio. Erano loro poi che insegnavano alla gente come usare acqua pulita e prevenire la malattia. Nel giro di alcuni anni abbiamo preparato questi operatori per ogni villaggio ed essi hanno insegnato alla gente l'igiene, finchè è quasi scomparsa la diarrea mortale.

Il lavoro si è via via strutturato, un edificio in mattoni ha sostituito la capanna. Alla prima attività pionieristica è stato sostituito un progetto AIFO-AMI dal titolo: “Sostegno alle attività di sviluppo socio sanitario della Diocesi di Aizawl in favore delle comunità rurali e tribali del Nord Est dell’India”.

Ci si propone di migliorare le condizioni di vita della popolazione rurale e tribale che vive nell’area della Longai Valley. Gli obiettivi, più in specifico, sono tre: la promozione dell’indipendenza economica delle famiglie che vivono nei villaggi rurali e tribali, lo sviluppo di azioni di sanità di base e l’accesso all’istruzione per i bambini dei villaggi stessi. I risultati che si spera di conseguire sono: sviluppo di piccole attività produttive in 60 villaggi dell’area di intervento e formazione di gruppi comunitari di risparmio, riduzione della mortalità e morbilità dovuta alle principali malattie presenti nell’area, accesso all’istruzione elementare e media per 2.300 bambini. Tra le principali attività troviamo: la formazione del personale locale, attività cliniche ambulatoriali e territoriali, azioni di riabilitazione fisica, educazione sanitaria in favore della popolazione, riscatto di terre ipotecate attraverso fondi rotativi di credito, creazione di centri educativi nei villaggi.

Negli anni 2004-06 abbiamo preparato le ostetriche del villaggio, potenziando le conoscenze delle donne che già facevano questo servizio. Dorte traduceva nella lingua locale. Il problema della lingua è un grande ostacolo per entrare in comunicazione profonda con la gente del posto. Questa è una della difficoltà più grandi che ogni missionario vive almeno nei primi anni di esperienza.

Dal 2006 è iniziato il programma di vaccinazione attraverso l'organizzazione sanitaria del governo e questo ha aperto la possibilità di collaborazione. Abbiamo fatto diversi "campi medici" nelle zone lontane in collaborazione col medico del governo. L’attenzione che noi diamo al malato è apprezzata. Consideriamo una cosa molto positiva questa collaborazione.

Il progetto ha risentito della morte prematura di Dorte Chorei, causata da un incidente d’auto nel 2007. Comunque, se pur con dolore e fatica, si è andati avanti.

La malaria è uno dei problemi principali di questa zona durante tutto l'anno e in particolare nel periodo dei monsoni. Nel 2008 abbiamo attivato otto ambulatori medici mobili in diversi punti della nostra zona di servizio. Cinque operatori sanitari preparati da noi lavorano in un programma del governo Indiano per migliorare la salute della famiglia.

È stato completato ed inaugurato nel 2009 il nuovo dispensario con laboratorio analisi e maternità. I malati continuano a venire e mostrano tanta fiducia. Ora hanno preso l’abitudine di arrivare in tempo utile per la cura, così il numero dei malati gravi è diminuito. Il problema dell’acqua potabile rimane. Quest’anno si è visto un aumento del numero di casi di diarrea, anche se non ci sono stati casi mortali come agli inizi. La costante educazione sanitaria e l’azione degli operatori sanitari di villaggio preparati da noi stanno portando frutti.

Dal 20 dicembre 2009 l’AMI ha una sua residenza nella Missione di St. Joseph a Manikbond, dove il gruppo ha cominciato a vivere.

ULTIME NOTIZIE

Dal 2009 al 2016 il centro sanitario ha dato un grande impulso per il controllo sanitario dei villaggi, abbattendo attraverso il miglioramento della struttura, nuove attrezzature, l'educazione sanitaria e le attività di cura i rischi sanitari per la popolazione tribale. Il centro si è arricchito di operatori locali competenti per cui a dicembre del 2016 abbiamo lasciato al personale del posto le attività, con la certezza  che possono portarle avanti in autonomia.